A fin di bene, per amore, per necessità... Ma è davvero possibile?

Cambiare chi amiamo. Una frase squisitamente ambigua.

E' pensiero comune, spesso basato su un'aneddotica personale fatta di frustranti fallimenti, che le persone non si possano cambiare; l'adagio diventa più triste e veritiero se ci si riferisce ad una persona con la quale abbiamo avuto una relazione sentimentale. Ma è proprio vero che "l'altro" non può cambiare?

Partiamo dal principio che invece le persone possono cambiare e se non fosse così la psicoterapia non avrebbe motivo di esistere ne possibilità di agire. La differenza fra il cambiamento psicoterapeutico e quello nella vita di coppia è però sostanziale su un punto: il soggetto che si reca in terapia vuole cambiare qualcosa della propria vita, mentre spesso nella coppia i difetti che un partner attribuisce all'altro (poca attenzione, ritardi, aggressività, …) non sono vissuti in maniera poi così negativa dall'accusato che, quindi, si guarda bene dal cambiarli. Piuttosto cambia partner. Non è raro sentir dire dalla gente, e anche da alcuni psicologi, che non c'è alcuna speranza di cambiare il carattere del proprio partner. Questo in alcuni casi può essere vero e forse anche saggio.

Ciò che però si dimentica, è che noi abbiamo il potere di dare vita a radicali e durevoli cambiamenti intorno a noi. In questo concorre l'energia che mettiamo nel voler procurare un cambiamento e la qualità di quella energia. Nondimeno è fondamentale capire come il cambiamento altrui è strettamente legato alla nostra volontà e potere di saper modificare noi stessi.

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La relazione affettiva è, in quanto relazione, un processo dinamico. In qualsiasi sistema il cambiamento di una variabile procurerà ripercussioni sul sistema nella sua globalità; che, in parole povere, significa che se il soggetto il quale pretende un cambiamento dal/dalla partner modificherà la propria attitudine, l'altra persona sarà automaticamente forzata a cambiare. Questa grande verità viene spesso messa in secondo piano dalla fatto che molte persone sono più occupate nella controproducente attività di lamentela da scordarsi di esercitare il potere di creare i cambiamenti che si desiderano. La lamentela, in un circolo vizioso, non fa che irritare il partner il quale diventa ancor più refrattario al cambiamento. Più si tenterà di convincere l'altro a cambiare con la forza e con la lamentela, più frustrazione si genererà. Pensate all'idea di scavare un pozzo in un luogo in cui non esiste nessuna fonte di acqua sotterranea; scavare sempre più a fondo e con maggiore velocità non solo non porterà l'acqua ma ci esaurirà. Meglio quindi fermarsi e concentrare le energie nel cercare una zona nella quale l'acqua sia presente.

Centrare i nostri punti (e difetti) che, modificati, possono generare cambiamenti radicali nelle persone è il modo più strategico per aver poi la possibilità di notare che se una persona percepisce la nostra capacità di soddisfare le proprie richieste, si sentirà spinta più o meno consciamente a ricambiare "il favore". Tutti hanno la possibilità di scalare il muro del castello ma il segreto sta più nella volontà di farsi gettare una corda per salire piuttosto che cercare di sfondare le pesanti porte a colpi d'ariete. Visto che siamo in tema di metafore, è anche bene ricordare che se è vero che il cambiamento dell'altro è possibile, è anche vero che una rosa non potrà mai essere un tulipano. A buon intenditor…

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