di Paul Bourget

1885Questo l'anno in cui lo scrittore e saggista francese, poi membro dell'Académie française, diede alle stampe il suo secondo romanzo, Cruelle énigme, approdato in Italia all'inizio del XX secolo, grazie alla casa editrice Treves di Milano come Enimma Crudele, in una traduzione "libera", come dire un po' scorretta, creativa in certe parti, dimentica, poi, di alcune sezioni. Quindi, possiamo dire che Cruelle énigme non si mai approdato da noi se non in un adattamento poco affidabile e, ora, quasi introvabile e, quando reperibili, complesso da leggere poiché occorrerebbe confrontarsi con la lingua italia di inizio Novecento, ricca di termini desueti e di una sintassi circonvoluta.

Nella prefazione del libro, spiego, spero, chiaramente, come sono venuto in contatto con questo pochissimo noto romanzo e come, d'istinto, e senza saperne nulla, io abbia ritradotto, riadattato al linguaggio del Duemila, la semplice e, al contempo, strepitosa storia d'amore dei due giovani protagonisti del racconto: Thérèse de Sauve e Hubert Liauran. Non mi dilungherò, qui, a spiegare altro di tecnico su questo lavoro ma vorrei spiegare perché questo articolo trovi spazio sul mio sito professionale, al di là della sua sana finalità pubblicitaria.

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La particolarità di questo mio adattamento italiano del romanzo di Bourget, mai prima adattato con la medesima attenzione per il mercato editoriale italiano, risiede nel fatto che io, psicologo, abbia lavorato su un testo scritto da un autore che introdusse la narrativa psicologica, detta ai tempi anche anatomia morale, applicando quelle che erano le prime considerazioni relative agli istinti, all'inconscio, alla genetica, per spiegare, illustrare, raccontare le vite relazionali, e non solo, dei personaggi che si facevano protagonisti della narrativa. Io, quindi, ho iniziato un lavoro di traduzione e adattamento senza sapere assolutamente che Paul Bourget avesse in tale stima la psicologia fino ad applicarne le prime lezioni alla costruzione del racconto!

Come illustro in fase introduttiva:

La lezione che Enigma Crudele sembra offrirci è che l’amore, tanto più è passionale, quanto più lascia i suoi protagonisti nudi, concretamente e spiritualmente, i balia di un’intima natura che ribolle al di sotto di abiti, profumi, belletti e strette di mano diplomatiche. Ognuno di noi, anche coloro che si amano e si stringono in un ideale Noi, è strutturalmente solo nella gestione di questo sentimento e delle sue conseguenze. Tale natura umana nella quale prevale la dimensione inconscia, lezione di anatomia morale e biologica che Bourget trae dalla psicologia emergente in ambito scientifico, la recuperiamo nel suo racconto espressa, in diversissime occasioni, tramite il funzionamento mentale per associazioni di idee, che da lì a qualche anno sarebbe diventato un noto mezzo d’indagine psicanalitica. Bourget si rifà, dunque, alle teorie psicologiche più moderne per i suoi tempi, ancora a Taine ma anche ai filosofi positivisti Mill e Spencer per costruire personaggi la cui mente è un aggregato di sensazioni e immagini, non necessariamente coerenti fra esse; anzi, più incorrenti sono, più il tormento e la sventura si prepara dietro l’angolo.

Hubert e Thérèse, così come in effetti tutti i personaggi di Enigma Crudele, sono duplici, non perché ipocriti ma in quanto la loro natura - la nostra natura - è quella di creature che aggregano, senza averne esatta contezza, pulsioni, idee, ricordi, desideri simili ed opposti, i quali emergono annullando la nostra coscienza morale. Ecco perché i protagonisti di questo racconto, così facilmente, si ricordano di cose guardandone altre, ecco il perché di queste associazioni di idee, ed ecco, soprattutto, perché ognuno di loro alberga una natura uguale e contraria che li guida verso un futuro inevitabile che la moralità, l’educazione e il buon senso avrebbero evitato.

Sembra che sia la forza del destino a guidare la vita di questi individui, ma Jung chiarisce al meglio la corretta chiave di lettura dell’esistenza di Hubert e Thérèse nel dire: “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”.

Il lettore, insieme all’autore e ai personaggi da lui creati, vive, dunque, questo crudele dilemma fra le aspirazioni dell’ideale e le conclusioni reali, immancabili, tragiche (o forse solamente comuni… “Come gli altri”) alle quali lo scrittore-psicologo deve, suo malgrado, e per onestà intellettuale, giungere nello studio disincantato della natura umana.

Una lezione che il vero psicologo-psicoterapeuta incontra spessissimo nell’ascolto di quelle storie relazionali, oggi definite tossiche, delle quali i protagonisti denunciano la nocività ma anche, al contempo, la collosità, la collusione con esse, l’estrema difficoltà di liberarsene.

Poiché, dietro i baci e le languide carezze, dietro le speranze e i batticuori, abbiamo, in definitiva, due creature, Hubert e Thérèse, e noi come loro, tormentati e guidati “dal sangue” verso desideri che già sappiamo preannunciare infelicità, e nondimeno siamo impotenti nel sopprimere quella voce che ci riporta, così facilmente, fra le braccia di una un amore disperato.

Paul Bourget, con Enigma Crudele, ci racconta di un amore circoscritto in un breve lasso di spazio e tempo che però, come un frattale, rispecchia perfettamente, pur nella sua minima dimensione, tutto il più ampio disegno della natura umana, affettiva e sociale, di ogni tempo e paese.

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