La violenza sessuale perpetrata da chi aveva la nostra fiducia

Esiste una forma di violenza sessuale più subdola di quella che in genere trova spazio sulle pagine di cronaca; una forma di stupro fatta di sottili leve psicologiche e sociali molto più diffusa di quella agita dal "bruto" che sorprende, agisce e fugge. Così impalpabile, a volte, che né l'uomo che ha agito né la donna che ha subito, si rendono conto del fatto che in effetti si sia trattato di una violenza vera e propria. Si tratta dell'acquaintance rape, ovvero dello stupro del conoscente.

Noto anche come date rape (stupro dell'appuntamento) o hidden rape (stupro nascosto), si tratta di una violenza sessuale caratterizzata dalla coercizione psicologica o fisica al rapporto sessuale completo, o ad altro tipo di contatto sessuale, perpetrato da un conoscente di cui la vittima si fidava.

Il fenomeno dell'acquaintance rape fu per la prima volta messo in luce da Mary P. Koss (1988) della Kant State University tramite uno studio che prendeva in analisi 3187 donne e 2972 uomini frequentanti il campus universitario. Dallo studio risultò che una donna su quattro era stata vittima di acquaintance rape o tentativo di esso, l'84% conosceva l'aggressore, il 57% degli stupri era avvenuto a seguito di un appuntamento, un uomo su 12 aveva commesso atti che incontravano la definizione legale di stupro, l'84% di questi uomini dichiarava che ciò che aveva fatto non lo considerava uno stupro, e il 16% di quelli che avevano commesso uno stupro così come il 10% di quelli che ne avevano tentato uno, erano stati protagonisti di più di un episodio. Relativamente alla percezione delle donne prese in esame, risultò che: solo il 27% che avevano vissuto un episodio legalmente definibile 'stupro', si riteneva vittima di uno stupro, il 42% delle vittime non aveva raccontato nulla dell'accaduto (da cui anche la definizione hidden rape, stupro nascosto), solo il 5% aveva denunciato il fatto alla polizia ed un altro 5% aveva cercato aiuto in qualche centro psicologico, il 30% delle donne che avevano subito un'aggressione, sia che la considerassero stupro o meno, erano state assalite dall'idea del suicidio e l'84% delle donne riferì che tale esperienza le aveva cambiate per sempre. Diversa letteratura, con firma non solo maschile, ritiene che l'acquaintance rape sia, in linea generale, solo un mito creato da alcune femministe particolarmente allarmiste (Roiphe, 1993) ma le prove che si portano a sostegno di questa tesi in antitesi con lo studio di Koss sono solo di natura anedottica.

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In effetti lo "stupro dell'appuntamento" ha possibilità di verificarsi sovente in quanto si basa su preconcetti molto diffusi fra la popolazione, ad esempio: accettare un invito di un uomo implica una conseguente concessione sessuale, chi commette stupri è facilmente identificabile dall'aspetto, la donna che non si oppone energicamente e fisicamente allo stupro non è stata stuprata, l'abbigliamento e/o il comportamento femminile possono essere causa dello stupro, baci e carezze intime devono portare inevitabilmente al sesso. Risulta dalle ricerche che l'utilizzo di droghe od alcol pare associato con il date rape, e che le donne che corrono i maggiori rischi siano quelle che condividono una visione tradizionalistica del uomo, come elemento dominante nella coppia; è interessante notare a questo proposito, riprendendo lo studio di Koss, che fra il 5% delle donne che avevano denunciato lo stupro, il 42% di queste erano tornate a fare sesso con il proprio aggressore.

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